In Italia le Associazioni e Società Sportive svolgono un ruolo importantissimo nella formazione dei giovani, non solo per il valore altamente formativo e sociale di qualsiasi competizione sportiva, ma anche e soprattutto perché lo sport è sostanzialmente ignorato dalle istituzioni scolastiche del nostro paese. In questo settore operano ogni anno oltre un milione di volontari, insieme a 13.000 lavoratori dipendenti e 75.000 lavoratori esterni, rappresentando il segmento più grande del “no profit “ in Italia

Come in ogni attività, possono verificarsi incidenti e infortuni, per i quali può essere chiamata direttamente in causa l’AS.D. o la S.S.D.

Per questo motivo, il decreto del 3 novembre 2010 ha stabilito che “tutti i soggetti tesserati che svolgono attività sportiva a titolo agonistico, non agonistico, amatoriale o ludico” nell’ambito di Federazioni, Enti di Promozione sportiva riconosciuti dal CONI e Discipline Sportive associate, devono essere assicurati contro gli infortuni almeno con le coperture minime previste. L’obbligatorietà assicurativa si estende non solo agli atleti, ma anche ai dirigenti e ai tecnici e l’assicurazione non può essere stipulata con una qualsiasi compagnia assicurativa, perché la disposizione legislativa obbliga le associazioni e le società sportive ad adempiere a tale obbligo attraverso le Federazioni e gli Enti di Promozione riconosciuti.

Le eventuali integrazioni alla copertura obbligatoria possono essere concordate anche con altre Compagnie Assicurative.

Purtroppo, però, quando un’assicurazione è obbligatoria per legge, spesso viene percepita non solo come una tassa, ma anche come inutile. E siccome è più facile assecondare convinzioni sbagliate anziché cercare di cambiarle, nel mondo dello sport dilettantistico si sono diffuse, negli anni, polizze che costano poco e proteggono poco. Ma non deve per forza essere così: se si vuole tutelare nel modo giusto, questo articolo è un buon punto di partenza per chiarire alcuni aspetti fondamentali.

L’assicurazione obbligatoria che una A.S.D. o S.S.D deve stipulare non può essere una normale polizza R.C., deve essere una polizza infortuni personale, intestata ad ognuno dei tesserati, in qualità di atleti, tecnici e dirigenti alle Federazioni Sportive, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva. Deve essere indicato, nome/cognome/data e luogo di nascita/codice fiscale e indirizzo. Tutto ciò può essere eseguito attraverso l’acquisto della tessera che prevede per l’appunto anche l’assicurazione personalizzata.

Dunque, la legge dice che è obbligatorio assicurarsi ma come spesso accade non si valutano le condizioni e i massimali previsti dalla polizza, si valuta il prezzo della tessera, quella che costa meno. Peccato che quella che costa meno, il minimo sindacale, quella più richiesta, è anche quella che offre coperture limitate che proteggono poco, con franchigie elevate e se succede che un ragazzo, durante un allenamento, si rompe una caviglia magari non riportando alcuna invalidità permanente, l’assicurazione non darà indennizzo. Purtroppo spesso accade che l’atleta o la famiglia nel caso di minore, magari con l’avallo di un legale attribuisca la responsabilità dell’infortunio all’associazione/società o ai suoi istruttori e quando accade, nel caso vi fossero realmente delle responsabilità, chi paga? Qualcuno dovrà pagare.

Per questo bisogna pensare ad una buona assicurazione contro gli infortuni ma anche e soprattuto ad un’assicurazione per la Responsabilità Civile dell’associazione stessa e del suo staff. Molti enti sportivi di riferimento, in effetti, hanno anche queste coperture ma presentano, contemporaneamente, anche dei limiti molto importanti. 

Il capitale assicurato minimo stabilito dalla legge per la copertura infortuni ammonta a 80.000 € in caso di morte, mentre in caso di invalidità permanente l’assicurazione pagherà un indennizzo solo se supera i limiti imposti dalla franchigia ed in proporzione agli 80.000,00 € considerando una “tabella lesioni”. Si tratta di importi nella maggior parte dei casi non congrui, non proporzionali ai danni che l’assicurato può patire, per questo ogni associazione sportiva dovrebbe sempre valutare con attenzione cosa prevede la propria assicurazione e quali garanzie offre, in modo da poterle opportunamente integrare ed ampliare se necessario.

La copertura assicurativa è un aspetto spesso sottovalutato, di cui ci si interessa solo quando si verifica un infortunio

La maggior parte delle associazioni/società si assicurano quasi esclusivamente per il tramite dell’ente sportivo di riferimento, scegliendo come dicevamo poc’anzi il prezzo più basso non quello che offre di più. Intendiamoci già quello che offre di più, non offre chissà quali garanzie, questo perché una Compagnia che assicura i tesserati di un’intera Federazione non può proporre condizioni migliori rispetto a quelle che potrebbe proporre a una singola associazione.

Sarebbe quindi il caso che ci si soffermasse all’inizio di ogni anno sportivo, non solo pensando di affiliarsi tesserando tutti al minimo sindacabile per assolvere all’obbligo previsto dalla legge, bensì capire quali sono le reali protezioni messe a disposizione dalle assicurazioni obbligatorie e da lì partire per integrarle ed estenderne la portata.

Capire quali sono le garanzie permetterà anche di spiegare bene ai tesserati e alle loro famiglie, che non potranno che essere contenti dell’attenzione alla sicurezza prestata dall’associazione/società.

Per essere più chiari solitamente gli Enti, le Federazioni, propongono costi tessere che prevedono coperture infortuni almeno di due tipi per gli atleti, le tessere dei tecnici, dei dirigenti

Per fare un esempio:

INFORTUNI ATLETI

TESSERA A

  1. Morte
  2. Invalidità Permanente

TESSERA B

  1. Morte
  2. Invalidità Permanente
  3. Spese Mediche
  4. Diaria da ricovero
  5. Diaria Gesso
  6. Responsabilità Civile Terzi

Già meglio la tessera “B” che presenta maggiori coperture, probabilmente non abbastanza per assicurare completamente l’atleta ma sicuramente una copertura con maggiori garanzie.

L’Istat stima che più di 20 milioni di persone dai tre anni in su pratichino uno o più sport con continuità o saltuariamente. E ogni anno si registrano 300 mila infortuni nello sport, di cui 15mila necessitano di ricovero ospedaliero. Il 70% degli accessi al Pronto soccorso per infortuni da attività sportiva è un codice bianco, il 27% è codice verdi e solo nel 3% dei casi si tratta di un codice rosso. L’età media degli infortunati è 21 anni, ma cresce la presenza degli over 50. Questi i principali dati di uno studio svolto dal Reparto Ambiente e Traumi Istituto Superiore di Sanità.

Per concludere sarebbe meglio per tutti, utilizzare parte della quota associativa che viene richiesta ad inizio d’anno ad ogni atleta, tecnico e dirigente per investirla in coperture assicurative valide che proteggono loro da eventuali infortuni e le vostre associazione/società in caso di richieste di risarcimenti danni. Non decidere di rivolgersi a questo o quello alla ricerca del prezzo più basso ma porsi nei confronti di tutti con la Diligenza del buon padre di famiglia Art.382 Codice Civile.

Amerigo Saggese

Se avete dei dubbi sulle coperture assicurative e se avete necessità di una valutazione delle garanzie offerte dalla compagnia del vostro ente di promozione o federazione sportiva o se aveste intenzione di valutare ulteriori opzioni per i vostri tesserati contattatemi pure al numero 393/1800593 – Amerigo Saggese